La filosofia
La filosofia dell’azienda è sempre stata quella di produrre vini di alta qualità, che fossero espressione del terroir e nel rispetto del territorio. Le dimensioni non troppo estese della proprietà (5 Ha vitati), hanno permesso portare avanti un lavoro quasi “artigianale”, grazie anche alla presenza costante in vigna degli operatori, che qui lavorano da anni. La presenza di un sito archeologico conferisce all’azienda un fascino particolare, come se la proprietà conservasse nel suolo segreti e conoscenze, che poi restituisse nel tempo attraverso i suoi frutti, grazie al lavoro svolto nel pieno rispetto ed in armonia con la natura. Sin dal 2009 l’azienda ha scelto la conduzione biologica. Un ruolo fondamentale in questa scelta l’ha svolto il Dr. Mazzilli della Spevis, per il quale la produzione del vino in forma biologica abbraccia la “qualità globale del vino”, ed è quindi l’espressione più naturale e consona al prodotto. In base a questo principio, il vino deve soddisfare aspetti organolettici, salutistici ed economici, che solo con questa forma di coltivazione possono essere raggiunti, nella maniera più sicura e intelligente possibile. Il vino viene travasato in fusti di rovere francese da 225 l di 1° e 2° passaggio dove avviene anche la fermentazione malolattica. Il Sangiovese sosta 12 mesi in tonneaux, il Cabernet 12/16 mesi in barriques di rovere francese mentre il Merlot 18 mesi. Trascorso tale periodo i vini vengono imbottigliati e si affinano per ulteriori 12-18 mesi circa prima di essere messi in commercio. Di fronte a terreni naturalmente vocati, come si ritiene siano quelli della nostra azienda, la coltivazione della vite avviene in maniera naturale e quasi spontanea, dove l’intervento dell’uomo è un supporto al lavoro della natura, senza l’uso di pratiche aggressive o semplicistiche (come l’utilizzo dei concimi o dei diserbanti chimici). Le piante con il minimo intervento vengono messe in condizione di adattarsi spontaneamente alle variabilità locali del suolo e del clima. Qui, l’unicità del territorio si sposa con la genialità degli uomini, e la viticoltura diventa espressione di storia, geografia e cultura, favorendo un elevata espressione territoriale del vigneto. Il “bio” rappresenta solo un punto di partenza verso obiettivi più importanti, quali anche l’ecosostenibilità e il rispetto per l’ambiente; in questo senso si inseriscono la progettazione della cantina, con il minimo impatto ambientale e anche l’eliminazione della plastica dai materiali di coltivazione della vigna. La vicinanza con Bolgheri e l’incontro con Michele Satta hanno influito nella scelta dei vitigni impiantati. Il nostro obiettivo è sempre stato quello di realizzare vini di qualità, che dopo l’imbottigliamento vengono affidati al lavoro del tempo per l’affinamento. La signora Pia è solita dire: “Noi mettiamo tempo e pazienza per affinarli, a voi chiediamo solo di aspettarli”. Questo a significare che oltre al lavoro la pazienza e il tempo fanno il resto, e che per raggiungere la qualità ottimale i nostri vini hanno bisogno di lunghi periodi di affinamento in bottiglia. Ogni annata è diversa, ed ha un suo ciclo. Ogni anno produrre vini di qualità, è una sfida sia per valutare le quantità da produrre, senza ricorrere a forzature e strategie di cantina, sia per valorizzare naturalmente le caratteristiche organolettiche di ogni annata. L’azienda nel 2018 ha avviato una collaborazione con l’Università Sant’Anna di Pisa, e l’istituto di entomologia agraria Unipi, per un progetto sperimentale legato alla lotta biologica contro la tignola della vite, tramite un insetto antagonista, che prevede l’inserimento del vino Casa Nocera come materiale didattico del master di specializzazione.